L'Alba e il Tramonto vengono evocati nei due dipinti del pittore Davidvega col filtro di una rivisitazione in chiave soggettiva expresa attraverso ampie campiture spaziali: mentre il momento Aurorale e annunciato dalla gioiosa vitalità istintuale degli animali, il Tramonto viene disegnato dal raccolto grupo di uomini intenti a rievocare storie lontane, frammenti di mitiche leggende tramandate col linguaggio e le note di antiche musiche. Un cielo terso e luminoso fa da scenario all'inizio della giornata, uno sfondo umbratile, solcato da nubi, preanuncia l'arrivo della sera. Cosicchè L'Alba e il Tramonto, gli Animali e gli Uomini appaiono come i protagonisti del quotidiano avvicendarsi di luci e di ombre, misteriosamente percorso da arcane coincidenze, che rendono irripetibile e sempre nuovo il flusso della vita caricandolo di significati e simbologie. Che Vega, grazie ad una raggiunta maturità estilística e técnica, risce a far vibrare con la freschezza e la generosità del suo vocabolario interiore in cui il legame con la terra e la sofferta storia Panamense si salda e si dilata alla luce della grande lezione pittorica Italiana e Toscana di cui Vega e stato attento e ammirato lettore. Di quì una coinvolgente expresività resa viva dalla brillantezza cromática, dal felice incastro chiaroscurale pieno di messaggi: una sorta di appello al rispetto delle etnie e delle diverse culture, al riconoscimento valoriale dell'immenso patrimonio naturale e umano che la Supponenza Tecnológica rischia di Cancellare.
Giovanni Lombardi
Quali sono le Figure del Futuro alle soglie del Terzo Millenio e del Giubileo? A questo interrogativo dai contorni incerti e inquietante risponde Davidvega con la fluenza della sua pittura ricca di significati, di proposte valoriali che riescono a saldare il passato al presente, interrelati da una complessa simbología al centro della quale emerge l'evento epocale: Il Ritorno auspicato del Canale ai Panamensi, un'aspirazione solcata da lutti e sofferenze ed oggi restituita come una provvidenziale oferta del nascente Duemila, le due argini murari del Canale sembrano come accogliere dei frutti della storia e le complesse vicende della civiltà raggrumate in un quadro di forte intensità espressiva comprendente segni, costumi, delle usanze e delle etnie, scanditi dal passo dei secoli, La geometría globale del dipinto ne rappresenta le sequense cronologiche: Dall'uomo tribale e semiadamitico ancora chiuso nel mistero, nel verde di incontaminate foreste a quello più civilizzato, con la famiglia, intento a raccogliere suoi frutti dalla terra, mentre nello sfondo il segnacolo della FEDE religiosa appare dilatato dalla lussuosa veste variopinta, piena di fascino, riccamente ricamata con fiori proibiti. E lassù, nella cima, fra le riconquistate mura del Canale, la Bandiera Panamense brilla di luce e di colori ponendo fine ad una mortificante pàgina di subalternità. Ecco, sembra dire Vega con il suo entusiasmo partecipativo, Il futuro che abbiamo sognato è alle porte e il ricordo dell'amara occupazione e della perdita della gelosa identità culturale e morale, appare come inghiottita da una fiduciosa epifanía di speranza.
Giovanni Lombardi
Una travolgente sinfonía di colori domina la pittura del Panamense Davidvega evocando il suggestivo scenario acceso, sanguinoso, luminoso di una lontana realtà sociale e culturale ripercorsa lungo versanti di gioia, di stupore, di sofferenza sui quali si inerpica il faticoso cammino della civiltà nelle sue sfaccettature etniche e multiculturali. Benché naturalizzato Fiorentino, dove si è brillantemente diplomato ALL'ACCADEMIA e ALL'ISTITUTO D'ARTE, ha saputo interiorizzare la grande lezione della nostra tradizione pittorica, come nostra raffinatezza del tratto espressivo nei disegni e nelle figure, senza per questo rinunciare al ricco e variegato bagaglio di frammenti memoriali che restituiscono intatta e vergine, con tutto il suo fascino, la visione documentaria di un mondo lontano, spesso avvolto da una veste Fiabesca e Folcloristica dietro la quale si celano i drammi della miseria, dello sfruttamento, della degradazione, che invece l'indagine conoscitiva, potremmo dire l'analisi impietosa di Vega, ci restituisce in tutta la sua complessa contraddittorietà. IL SON DELLA SALSA cosí ricco di scatenante passione rítmica, si accompagna alla rappresentazione umile del giovane PULISCI SCARPE; gli sfrenati balli per le strade, nei vicoli, una sorta di catarsi individuale e collettiva durante le stressanti celebrazioni del CARNAVAL, non nascondono il volto scottato dal sole e dalla fatica del PLATANERO o dei richiami funesti e ringhianti del DESPERTAR. Volti ora cupi e tristi, ora festosi e ridenti in una altalena di sentimenti tradotti in coinvolgenti aggregazioni cromatiche, di lírica vitalità stilistica, degradanti con felici tonalità distribuite nella spazialità di ampie campiture dove l'artista riesce ad esprimersi con tutta la richezza del suo vocabolario interiore. Grazie ad uno stile limpido, ad una matura scioltezza narrativa, il fascino della tensione evocatrice sulle origini, di percorsi, di costumi delle razze Latino Americane col loro carico di storia, esplendono in un quadro intitolato LIBERTAD DE...? in cui Vega anuncia le migliaia di VIOLACIONES, di troppi COMPROMISOS con l'auspicio della LIBERACION NACIONAL: un messaggio di speranza scaturito dalla partecipata consapevolezza dell'indissolubile binomio UOMO-ARTISTA, CREATIVITA e IMPEGNO MORALE.
Giovanni Lombardi
La storia e le multiple successioni della civiltà sono aggruppate in quest'opera di lodevole veemenza espressiva, ricca di significati di un momento glorioso e del quale il nostro Artista Nazionale, Davidvega, con la sua brillantezza cromatica e come in appelazione al rispetto di un'entità etnica, ci concede di scrutare i nostri indigeni, radici della nostra popolazione, nel loro abitat naturale, impugnando il nostro Fiore Nazionale in segno di protezione, e rivestiti di tutto quell'oro che tanto abbondò in epoca Coloniale, contemplando come là in lontananza i nostri compaesani portando la nostra Insegna Patria, abbandonano le terre colombiane verso l'ultimo confine del nostro amato terriccio liberi.
Prof. Ana Jimènez de Franco
L'odierna mostra di Follonica testimonia il fecondo salto qualitativo, nel contenuto e nella espressione stilistica, della produzione di Davidvega. Pur integrato da tempo nella realta Toscana dove ha studiato e attualmente lavora, non ha dimenticato la matrice storica del suo paese, le vicende solcate da luci ed ombre, il sorriso della gente Panamense, la lotta per la sopravvivenza delle tribu Indios. Sono pagine di vitalità civile ospitate in dipinti in cui prevale una sugestiva luminosità, frammenti di storia lontana e recente fissati nel bagaglio memorial dell'artista che, insieme al mare azzurro e cristalino, alla fatica della pesca, ai momenti della siesta, al ballo plástico e trascinante, racconta, senza retórica, il valore di lontane civiltà, avvicinandoci, grazie ad un percorso di forte spessore conoscitivo, verso etnie e culture spesso tradite da una storiografia distorta e occidentalizzata. Il mondo che ci propone Vega e un mondo tutt?ora percorso dalla miseria, dall?ingiustizia, ma al tempo stesso riscattato da un Popolo generoso che non rinuncia alla speranza che Vega riesce a trasmetterci con una intrigante epifanía di colori, di contrasti cromatici, di blu, rossi, gialli di lodabile valore al punto di immergerci in una realta solare dove il Fiore dello Spirito Santo e Il Ranocchio Dorato diventano simboli di una lucida tradizione popolare. Che la Pro Loco di Follonica ha il merito di valorizzare in una terra dove ancora si avverte la grande lezione dei Macchiaioli.
Giovanni Lombardi
(A la Memoria de Victoriano Lorenzo) residenza a Panamá.
(9 de Enero) La Habana Cuba.
(Regreso al Futuro) Bolzano Italia.
(Ultima Parada) Bolzano Italia.
(Nuestra Ciudad) con gli studenti della IIIa elementare della scuola Nadia Nencioni
per l'Ospedale Mayer in Firenze Italia.
(Protesta) Casa del Popolo in Firenze Italia.
(Ida y Vuelta) Istituto per la Formazione e il Profitto deile Risorse Umane IFARHU a Panama.
Dawn and Sunset are evoked by the painter Davidvega in his two works with a subjective re-examination expressed through wide space background paintings: while the Auroral moment is announced by the happy instinctive vitality of animals, the Sunset is drawn by the collected group of men strained to recall early stories, fragments of mythic legends handed down by speech and the notes of an ancient music. A clear and shining sky is the scenery of the beginning of the day; a shady background, furrowed by clouds, forebodes the evening arrival. So that Drawn and Sunset, Animals and Men appear the protagonists of the daily alternation of lights and shadows, secretly crossed by mysterious coincidences, that make the life stream unrepeatable and every time renewed, charging it with meanings and symbols which, thanks to the achievement of a stylistic and technical maturity, Vega is able to make vibrate with the freshness and generosity of his inner vocabulary, in which the tie with his land and the suffered Panamanian history are well knit and it expands in the light of the great Italian and Tuscan painting lesson, of which Vega has always been a careful admirer. From all this it comes an involving expressiveness made alive by the chromatic brightness and the happy light and shade joint, full of messages: a kind of appeal to the respect of different ethnic groups and cultures, to the recognition of the values of the immense natural and human heritage which runs the risk of being erased by the arrogance of technology.
Giovanni Lombardi
What are the Figures of the Future on the verge of the Third Millennium and the Jubilee? Davidvega answers this worrying question of uncertain profiles thorough the flowing of his painting rich in meanings, in value proposals which can join the past to the present, connected by a complex symbology in the thick of which the event of the age stands out: the Return of the Canal to Panamanians, an aspiration furrowed by mourning and sufferings and today returned like a providential offering of the rising of the year two thousand; the two wall banks of the Canal seem to welcome the fruits of history and the complex events of civilization are put together in a painting of strong expressive intensity including signs, customs of ethnic groups marked by the pace of centuries. The overall geometry of the painting represents the chronological sequences: from the tribal half-adamitic man still closed in mystery, in the green of uncontaminated forests, to the more civilized one, with a family, intent on picking fruits from his land, while in the background the sign of religious faith seems broadened by the sumptuous colourful dress, full of charm, richly embroidered with forbidden flowers. And up there, on the top, between the reconquered Canal's walls, the Panamanian flag shines with light and colours putting an end to a mortifying page of subordination. Vega seems to say, with his participatory enthusiasm, Here comes the future we dreamt and the memory of the bitter occupation and the loss of our jealous cultural and moral identity seems swallowed up by a confident epiphany of hope.
Giovanni Lombardi
An overwhelming symphony of colours dominates the works of the Panamanian artist Davidvega,conjuring up the evocative scenario,with its brightness,cruelty and luminosity,of a distant social and cultural reality. This scenario has delivered joy, surprise and pain,in parallel to the same troubled path of civilization with its multicultural and multiethnic countenance. Although a naturalized Florentine,and it was in Florence that Vega studied and achieved exceptional results when he graduated at the Florentine ART ACADEMY and ART INSTITUTE,he has succeeded in mastering the great lesson of our Italian artistic tradition,as for instance in his refined expressive strokes in drawings and paintings,without however giving up his rich and varied inheritance of fragmented memories that lend integrity and virginity, with all their intrinsic fascination,to his documentary vision of a world far off.A world that is more often than not dressed up as in a fairytale and immersed in its folklore,behind which hide dramas of poverty,exploitation,degradation. And it is this world that Vega,in his perceptive search,or rather in his pitiless analysis,portrays in all its contradictory complexity. EL SON DE LA SALSA (The Sound of the Salsa),so rich in its frenzied rythmical passion,keeps company with the humble representation of the LIMPIA BOTAS (The Shoe Cleaner);the wild dances in the streets,in the alleyways,a kind of individual and collective purification during the exhausting celebrations of CARNAVAL, do not overshadow the sunburnt and fatigued face of the PLATANERO (The Plantation Worker) or the woeful and snarling cries of DESPERTAR. Faces that are now gloomy and sad,then festive and laughing,a swinging to and fro of sentiments that are translated by the artist into an engaging chromatic unity of lyrical stylistic vitality,declining into happy tones that are spread over the spatiality of vast backgrounds where the artist manages to express himself with all the richness of his innermost vocabulary. Thanks to a limpid style and to a mature narrative fluency, the origins,development and customs of the Latin American races with their burden of history,explode with both charm and evocative tension in a painting entitled LIBERTAD DE...? in which Vega reports the thousands of VIOLACIONES,the too many COMPROMISOS,in the hope of arriving at a LIBERACION NACIONAL: a message of hope arising from the vibrant awareness of the indivisible dualities MAN-ARTIST and CREATIVITY-MORAL COMMITMENT. Giovanni Lombardi
History and the manifold succession of civilization are grouped in this work of vast, expressive wealth, rich in the significance of a glorious moment in which our National Artist, Davidvega, with his brilliant chromatic style, as if in appeal to the respect of an ethnic identity, concedes to scrutinize our indigenous, the roots of our population in their natural habitat, to protect our national native flower covered with all that gold that was so abundant during the colonial age, contemplating how the Isthmanians from such a distance carried the emblem of the motherland abandoning Columbian soil towards the last border of our loved and free land.
Prof. Ana Jimènez de Franco
The Follonica's present exhibition is evidence of the productive and qualitative leap in the content and stylistic expression of Davidvega's production. Even though since a long time he is integrated in Tuscany, where he has studied and currently works, he hasn't forgotten his country's historical roots, the events furrowed by lights and shadows, the smile of Panamanians, the Indios fight for survival. They are pages of civil vitality contained in paintings in which an evocative brightness prevails, fragments of a distant and close history fixed in the memory of this artist who, together with the blue and crystal-clear sea, the hard work of fishing, the Siesta, the plastic and gripping dance, tells, without rhetoric, the value of far-away cultures, getting closer, thanks to a strong cognitive insight, to ethnic groups and cultures often betrayed by an Occidentalized and twisted historiography. The world that Davidvega proposes is still a world stricken by poverty, injustice, but at the same time redeemed by its generous people who don't give up the hope that Vega is able to transmit to us through an intriguing epiphany of colours, of chromatic contrasts, of blue, red, yellow of praiseworthy value till he plunges us into a sunny reality where the Holy Spirit's Flower and the Golden Frog become symbols of a clear popular tradition. The Follonica's Pro Loco has the merit of enhancing this tradition in a land where the big lesson of Macchiaioli is still perceived.
Giovanni Lombardi
(Memory of Victoriano Lorenzo) Panama, residence
(9th January) Cuba, La Habana
(Return for Future) Bolzano, Italy
(The last bus-stop) Bolzano, Italy
(Our Native City) with student to III° elemtary school Nadia Nencioni For Children Hospital Mayer, Florence
(Protest) Popular House, Florence
(Going and Return) Institute for Forming Building and Umanity Advantage IFARHU, Panama
El amanecer y el crepúsculo vienen evocados en las dos obras del maestro Davidvega, con una revisión en clave sugestiva y expresa a través de una amplia campitura espacial: mientras el momento auroral se anuncia instintivamente por la regocijada vitalidad de los animales, el crepúsculo es diseñado con el acoplado grupo de hombres propensos a evocar historias lejanas, fragmentos de mitológicas leyendas interpretadas con el lenguaje y sonidos de músicas antiguas. Un cielo terso y luminoso viste el escenario al empezar de la jornada, un fondo umbrátil, surcado de nubes preanuncia la llegada de la tarde. Así el amanecer y el crepúsculo, los animales y los hombres comparen como los protagonistas del cotidiano alternarse de luces y sombras, misteriosamente recorridos por recónditas coincidencias, que rinden irrepetible y siempre presente el fluir de la vida enriqueciéndola de significados y simbologías. Que Vega, gracias a una adquirida madurez estilística y técnica, los hace vibrar con el frescor y la generosidad de su vocabulario interior, además del vínculo con su tierra y la atormentada realidad panameña la salda y la dilata a la luz de la grandiosa lección pictórica italiana y toscana de la cual Vega ha sido atento y admirado lector. De aquí una viva e implicante expresividad restituida con la brillantez cromática, del feliz encaje claroscural lleno de mensajes: una especie de apelación al respeto étnico y de las diversas culturas, al reconocimiento inestimable del inmenso patrimonio natural y humano que la presuposición tecnológica se compromete a cancelar.
Giovanni Lombardi
Cuáles son las figuras en los umbrales del tercer milenio y del jubileo? A éste interrogativo de los contornos inciertos e inquietantes, responde Davidvega con la fluencia de su pintura, rica de significados, y de valiosas proposiciones, logrando enlazar el pasado y el presente, actualizándolos en una compleja simbología, de la cual en el núcleo, emerge el acontecimiento epocal: La Reivindicación del Canal a los Panameños, una aspiración antigua señada de luto y resignación y hoy restituida como un providencial ofrecimiento del año dos mil. Las dos esclusas de contención del canal, parecen cobijar los frutos de la historia y la múltiple sucesión de la civilidad, agrupados en una obra de fuerte vehemencia expresiva evidenciando las huellas de las costumbres y de las usanzas étnicas con el transitar de los siglos. La geometría global de la obra nos representa las consecuencias cronológicas: desde el hombre tribal y adaptado, todavía aprisionado en el misterio y en el verdor de incontaminadas florestas, al otro, mas culto, junto a la familia, propenso a cosechar la divina flor de su tierra, mientras en perspectiva, la fe religiosa parece relucir acompañada del lujoso y variopinto vestuario, lleno de encanto, ricamente emperifollado con hojas prohibidas. Y en alto en la cima, entre las reconquistadas esclusas del canal, el Pabellón Nacional brilla de luz y de colores finalizando, así, una mortificante página de subalternidad. He aquí; parece decir Vega, con su entusiasmo d, agrupados en una obra de fuerte vehemenciaparticipativo; El futuro que hemos soñado es cercano y el recuerdo de la amarga ocupación y de la identidad cultural y moral, celosamente perdida parecen ingeridos por una aferrable epifanía de Esperanza.
Giovanni Lombardi
Una vehemente sinfonía de colores domina la pintura del Panameño Davidvega evocando el sugestivo escenario encendido, sanguíneo, luminoso de una lejana realidad social y cultural revisionada con un gesto de exaltación de estupor, de perseverancia en el cual sobresale el penoso camino de la civilidad en sus apariencias étnicas y multiculturales. Ya nacionalizado Florentino, donde Brillantemente se diplomó en la Academia y en el Instituto de Artes, Interiorizando nuestra grande lección pictórica, así como nuestro refinado trazo expresivo en los diseños y en las figuras, no por esto renuncia al rico y abigarrado abastecimiento de fragmentos memoriales que restituye intacto y virgen, con toda su facinerosa visión documentaria de un mundo distante, frecuentemente inmerso en aspectos Fabulosos y Folkloristicos detrás de los cuales se celan los dramas de la miseria, de la explotación, o de la degradación, que en cambio la búsqueda conocitiva, podíamos decir el análisis impetuoso que contradictoriamente Vega nos representa. El Son de la Salsa así desencadenado de pasión rítmica, se acompaña a la representación humilde del Limpia Botas; Los desenfrenados bailes callejeros, una forma de catarsis individual y colectiva durante las fatigosas celebraciones Carnavalescas, de hecho no se desenmasqueran los rostros enrojecidos por el sol y por la labor del Platanero, a los llamados funestos y gruñidos del Despertar. Caras ahora sombrías y tristes, ahora festivas y sonrientes en una oscilación de sentimientos traducidos en una implicada agregación cromática, de lírica vitalidad estilística, con una feliz distribución de tonalidad degradante en la espaciosidad de amplias superficies donde el artista logra expresar con toda la riqueza de su vocabulario interior. Gracias a un estilo límpido, a una preparada madurez narrativa, el hechizo del esfuerzo memorial por los orígenes, los recorridos, las costumbres de las razas Latino Americanas con su carga de historias que, relucen en una obra intitulada Libertad De..? en la cual Vega anuncia los millares de Violaciones, los frecuentes Compromisos con el auspicio de la Liberación Nacional: un mensaje de esperanza manado por el participado conocimiento del indisoluble binomio Hombre-Artista, Creatividad y Empeño Moral.
Giovanni Lombardi
La historia y la múltiple sucesión de la civilidad son agrupados en ésta obra de laudable vehemencia expresiva, rica de significados de un momento glorioso y del cual nuestro Artista Nacional, Davidvega, con su brillantez cromática y como en apelación al respeto étnico, nos plasma en este lienzo nuestros indígenas, raíces de nuestra población, en su estado natural protegiendo nuestra flor Nacional y cubiertos de aquel oro que tanto abundo en época Colonial, contemplando como allá en lontananza los istmeños portando nuestra Enseña Patria abandonan las tierras colombianas hacia el último confín de nuestro amado terruño libres.
Prof. Ana Jimènez de Franco
La presente exposición de Follonica testimonia el prolífico salto calificativo, en el contenido y en la expresión estilística, de la producción de Davidvega. Reintegrado en la colectividad Toscana, donde ha estudiado y actualmente trabaja, no le impiden recordar la matriz histórica de su proveniencia. Los acontecimientos surcados de luz y sombras, el sonrriso de la gente panameña, las luchas indígenas por la subsistencia. Páginas de vitalidad urbana, plasmadas en lienzos donde se siente prevaler una sugestiva luminosidad, fragmentos de historias lejanas y recientes asentadas en el repertorio memorial del artista que, junto al mar azul y cristalino, a la asidua labor de la pesca, a los momentos de la siesta, al baile plástico y arrebatador, nos narra sin retórica, la virtud de una remota civilidad, acercándonos a través de un recorrido de fuerte espesor conositivo, hacia etnias y culturas frecuentemente víctimas de historiografías desorientadas y occidentalizadas. El mundo que nos propone Vega, es un mundo en el cual todavía hoy persisten las huellas de la miseria, de la injusticia, pero que al mismo tiempo se ofuscan con el rescatarse de un pueblo generoso que no renuncia a la esperanza que, Vega logra transmitirnos con una intrigante fastuosidad de colores, de contrastes cronológicos, de azules, rojos, amarillos de laudable eficacia al punto de sumergirnos en una realidad solar en donde La flor del Espíritu Santo y La Rana Dorada se transmutan en símbolos de una esplendente tradición popular. Que la Pro Loco de Follonica merecidamente avalora en una tierra donde aún hoy se adverte la grande lección de (i macchiaioli )
Giovanni Lombardi
(A la Memoria de Victoriano Lorenzo) residencia en Panamá.
(9 de Enero) La Habana Cuba.
(Regreso al Futuro) Bolzano Italia.
(Ultima Parada) Bolzano Italia.
(Nuestra Ciudad) con los estudiantes del III° primaria de la Escuela Nadia Nencioni
Para el Hospital Mayer en Florencia Italia.
(Protesta) Casa del Pueblo en Florencia Italia.
(Ida y Vuelta) Instituto para la Formación y el Aprovechamiento de los Recursos Humanos IFARHU en Panama.